'Atelier in Ancona' è il progetto di interni per uno spazio multifunzionale collocato al piano terra di un edificio storico che si affaccia su Piazza del Plebiscito, ad Ancona. Inserendosi in un contesto stratificato e significativo, il progetto realizzato da Andrea Tabocchini Architecture riflette su dei rapporti rilevanti e particolarmente delicati: conservazione e cambiamento, esistente e nuovi innesti, senso di responsabilità verso il passato e amore per il futuro. Rifiutando un approccio dicotomico, il progetto si cala nello spazio (e nel tempo) attraverso una serie di interventi minimi volti a valorizzare i diversi strati dello spazio esistente e, al contempo, a introdurre nuovi elementi che creano un insieme più coerente ed emozionante.
Atelier in Ancona
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Luogo
Ancona, Italia -
Progetto Architettonico
Andrea Tabocchini Architecture -
Team del Progetto
Andrea Tabocchini, Francesca Vittorini -
Fotografo
Martina Simonato -
Committente
Privato
Il progetto adotta due strategie complementari. La prima è un’operazione critica volta ad individuare, recuperare e valorizzare gli elementi più significativi dell’ambiente esistente: la volta a botte caratteristica dell’edificio storico, così come la scala cilindrica e il soppalco introdotti a fine degli anni ‘80 su progetto dello Studio Salmoni. E così, inizialmente, il progetto opera per sottrazione rimuovendo gli arredi fissi e la moquette, ripulendo i mattoni della volta e ripensando gli impianti. La seconda strategia, invece, prevede una serie di operazioni puntuali minime che apportano modifiche e aggiunte, agendo su questo ambiente polifonico attraverso un lavoro fisico sullo spazio, sui materiali e sulla luce. Da un punto di vista distributivo, il progetto organizza lo spazio in maniera flessibile collocando i tavoli da lavoro sulla parete ovest, lasciando libero il passaggio di fronte all’ingresso. Parallelamente, un’esposizione di foto collocate sul lato est accoglie il visitatore e lo accompagna all’interno spazio, stimolando un percorso percettivo fluido e senza interruzioni. Da un punto di vista materico, il progetto incoraggia un dialogo tra passato e futuro: i nuovi elementi d’arredo in legno, disegnati su misura per essere smontati e riassemblati con facilità, addomesticano lo spazio creando un contrasto con le superfici bianche e continue delle pareti perimetrali. Il cilindro metallico contenente la scala, ripulito dalla ruggine, viene trasformato da una finitura metallica che lo impreziosisce ed instaura un confronto sensoriale con i mattoni della volta. Gli impianti vengono resi invisibili, mentre una pulsantiera metallica realizzata artigianalmente aggiunge contemporaneità e mistero. Anche la luce artificiale contribuisce a questa nuova spazialità: due lunghi profili lineari collocati sulla linea di imposta della volta rafforzano la sua presenza con una luce indiretta, mentre tre lame di luce perpendicolari ai profili perimetrali dialogano con l’orizzontalità del soppalco e delle scrivanie.
Il risultato è uno spazio corale, un intervento che interpreta l'esistente con senso critico ed innova con entusiasmo e consapevolezza. Dopotutto la ricchezza della Piazza su cui l'edificio si affaccia, frutto della sua complessità, ci ricorda come il nostro patrimonio storico, le città ed i suoi edifici sono sempre il risultato della stratificazione di interventi umani e non-umani. Un dialogo continuo tra diverse generazioni.